Descrizione
Barrosu 2021
cannonau d.o.c Mamoiada
L’azienda nasce circa vent’anni fa, dopo che Giovanni Montisci eredita un vecchio vigneto e inizia con passione a scoprire i segreti della vigna. Dopo circa 15 anni di prove in cantina e vendita di vino sfuso, nel 2004 decide di imbottigliare Barrosu, il Cannonau che presto si guadagna la DOC oltre che il consenso del pubblico. Del resto, dice Giovanni: “Era talmente buono che finivo per vantarlo sempre. Da qui prese il nome Barrosu”
Barrosu 2021 cannonau d.o.c Mamoiada
Rosso rubino inpenetrabbile con riflessi viola,ricco di profumi di frutti maturi che ricordano la macchia meditterranea e le grosse ciliegie della barbagia, caldo morbido e avvolgente, al palato restituisce tutto ciò che il cannonau impiantato ad alberello. si abbina con la cucina tipica del centro Sardegna , carni rosse cotte alla brace formaggi stagionati come il fiore sardo d.o.p. di Gavoi con stagionatura di 18 mesi
Barrosu 2019 cannonau d.o.c Mamoiada
The company was founded twenty years ago, after John Montisci inherits an old vineyard and heatedly begins to discover the secrets of the vineyard. After 15 years of testing in the cellar and sale of bulk wine, in 2004 he decides to bottle Barrosu, Cannonau which soon earned the DOC as well as the consent of the public. Moreover, John says: “He was so good that I ended up always boast of. From here named Barrosu ”
Year: 2015
Inpenetrabbile ruby red with violet hues, rich aromas of ripe fruits reminiscent scrub Meditterranean and the big cherries of barbagia, warm soft and enveloping the palate returns everything cannonau planted sapling. It goes well with the cuisine of central Sardinia, red meat grilled cheese like fiore Sardo DOP Gavoi with seasoning of 18 months
VEDI ANCHE BARROSU RISERVA FRANZISCA
Cannonau
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Cannonau | |
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Grappolo di Cannonau |
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Dettagli | |
Sinonimi | Alicante N., Tocai Rosso N., Garnacha Tinta, Granaccia, Grenache, Cannonao, Gamay (ai soli fini della designazione dei vini DO e IGT della Provincia di Perugia) |
Paese di origine | Italia |
Colore | bacca nera |
Italia | |
Regioni di coltivazione | Sardegna Abruzzo |
DOC | Cannonau di Sardegna Mandrolisai |
IGT | Barbagia Colli del Limbara Isola dei Nauraghi Marmilla Nurra Ogliastra Parteolla Planargia Provincia di Nuoro Romangia Sibiola Tharros Trexenta Valle del Tirso Valli di Porto Pino |
Spagna | |
Francia | |
Ampelografia | |
Caratteristiche della foglia | Media, orbicolare, reniforme, pentalobata o trilobata |
Caratteristiche del grappolo | Medio, cilindrico o conico |
Caratteristiche dell’acino | Sferoidali |
Degustazione | |
http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=051 |
Il Cannonau (altrimenti detto Cannonao)[1][2], Garnacha in spagnolo, Grenache in francese) è il vitigno a bacca nera più diffuso in Sardegna.
La coltivazione di questo vitigno è diffusa in tutta l’isola ma concentrata nelle zone più centrali del territorio.
Fino a poco tempo fa non se ne conosceva con certezza l’origine e la maggior parte degli esperti lo riteneva importato dalla penisola iberica. Tuttavia recenti studi[3] hanno dimostrato la sua endemicità, infatti resti di vinaccioli risalenti a 3200 anni fa sono stati ritrovati in diverse zone dell’isola (ad esempio a Sa Osa – nella valle del Tirso, sulle colline di Sardara – a nord di Cagliari, a Villanovafranca e nel villaggio nuragico Duos Nuraghes di Borore in provincia di Nuoro), tale fatto fa ritenere il Cannonau come il vino più antico del Bacino del Mediterraneo.
Il risultato di analisi già condotte da laboratori spagnoli hanno dimostrato che il Cannonau, che si riteneva “fosse stato importato nel 1400 dalla Spagna, ha in realtà origini autoctone”. (Informazione tratta dal sito del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).
Sinonimi ammessi in Italia: Alicante N., Tai rosso N., Garnacha Tinta, Granaccia, Grenache, Gamay del Trasimeno o Gamay Perugino[4].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
I recenti ritrovamenti di antichi vinaccioli di Cannonau in vari siti archeologici della Sardegna hanno permesso di riscrivere parte della storia dell’origine della domesticazione della vite in Italia e nel Mediterraneo.
Da ultimo, in occasione degli scavi condotti nel 2002 a Borore nel sito archeologico di Duos Nuraghes, sono stati rinvenuti centinaia di vinaccioli di vite (i semi contenuti in un acino d’uva), antichissimi, carbonizzati dal tempo, databili intorno al 1200 avanti Cristo, 3.200 anni fa. Questa scoperta – che ha portato alla ribalta nazionale il sito di Duos Nuraghes – oltre a dimostrare che le popolazioni nuragiche coltivavano la vite e producevano vino, ha permesso di capire che il “Cannonau sardo, che fino ad oggi si pensava fosse stato importato dalla Spagna, è di una varietà diversa da quella iberica e potrebbe essere viceversa originario della Sardegna,[5][6] ed esportato quindi in Spagna, seguendo l’irradiazione primaria dell’agricoltura, proveniente dalla Mezzaluna fertile.
La teoria storica ufficiale fino alle recenti scoperte sui vinaccioli sardi raccontava che la domesticazione della vite, nata nell’area del Caucaso e della Mesopotamia, venne trasferita progressivamente in Anatolia e in Egitto, da qui nelle isole egee, in Grecia e nel resto dell’Europa, infine grazie ai Fenici arrivò nel Mediterraneo Occidentale e in Sardegna. Oggi, con le recenti scoperte archeologiche, si può affermare con certezza che con l’arrivo dei Fenici, in Sardegna la coltivazione e domesticazione della Vitis vinifera era già conosciuta.[7]
Dalle uve Cannonau si produce prevalentemente il vino DOC Cannonau di Sardegna.
Antonio Espa –
sempre fra i migliori cannonau